I libri sulla scena 2025

Samia

Coreografia: Bolognino Adriano

Danzatrici: Rosaria Di Maro, Laura Miotti, Serena Pomer, Roberta Fanzini, Noemi Caricchia, Ines Giorgiutti

Costumi: Rosaria Di Maro con lavori di Andrea Bolognino

Musica: Musiche originali di Vito Pizzo *Eccetto traccia finale: A Winged Victory for the Sullen – Adios, Florida

Luci: Gianluca Sacco

Centro Nazionale di Produzione della Danza – Körper (IT) // Rum för Dans // Orsolina28 (IT) Con il supporto dii: MiC – Ministero della Cultura (IT) // Regione Campania // IIC Colonia // Staatstheater Darmstadt – Hessisches Staatsballett // NID Platform (IT)

Lo spettacolo sarà preceduto da un breve estratto di Non dirmi che hai paura, lettura scenica dal romanzo di Giuseppe Catozzella – regia di Leda Kreider, con Rosanna Sparapano – Teatro de Gli Incamminati

  • Venerdì 4 aprile ore 19; FRIBURGO, Collège Sainte-Croix

Samia comincia da una storia vera, quella di Samia Yusuf Omar, la giovane atleta somala morta nelle acque di Lampedusa mentre cercava di raggiungere l’Europa per qualificarsi alle Olimpiadi. Bolognino porta in scena sei corpi di donne diverse tra loro per rappresentare quella di una vita spezzata, simbolo di una disuguaglianza ed emergenza del nostro presente, dove la libertà di scegliere chi vuoi essere in molti paesi è ancora negato. «Nonostante lottiamo per questo – racconta il coreografo nelle note – non siamo ancora tutti uguali. Eppure, tutti, ancora, desideriamo. Corriamo. Con questo lavoro non posso riscrivere una vita che non ho vissuto, ma posso contribuire a ricordare Samia Yusuf Omar e chi, come lei, lotta ogni giorno per la propria corsa, non solo come una vittima. Bensì come persone che s’impegnano a scegliere chi vogliono diventare. In sala ho lavorato con le performer riflettendo sui nostri desideri e sui limiti che il mondo ci pone per forzare i confini dentro e fuori dal corpo e provare a inseguire la libertà che dà l’autodeterminazione. Una conquista che, nonostante il privilegio di poter guardare il mare, resta ancora un sogno, ancora un’utopia».